venerdì 9 novembre 2007

Ricettario: la nascita di una passione


Il piacere di cucinare.
Fino a pochi anni fa credevo che solo qualche eletto potesse godere di una tale gioia. Per gli altri, tra pentole e padelle antiaderenti, qualche super robot che trita e sminuzza, la vera rivoluzione culturale erano stati i diversi tipi di cibi surgelati.

Per me, scappata di casa e da mamma fin troppo tradizionale, la vera rivoluzione era mangiare in piedi, mangiare quel che capita, mangiare un sacco di dolci, pizze e arancini al volo, frequentare assiduamente la mensa universitaria, banchettare con le amiche dopo una razzia al supermercato, reparto patatine, snack, noccioline, biscottini, cioccolatini, torte liofilizzate.

Finchè una sera a cena, un’amica nuova del giro porta la crostata fatta con le proprie mani. La mangi estasiato e pensi:al sapore delle uova e del burro, la marmellata spalmata, attaccata come un velo spesso da cui puoi vedere il fondo, friabile e compatto.Sentenzi insieme al coro unanime delle altre: sei proprio brava, tu sì che hai le mani di fata!Speriamo ne faccia un’altra! E poi capita che questa amica ti invita a cena e tu con l’altra inseparabile amica di patatine, cioccolatini biscottini, ti presenti prima magari per aiutare, forse, magari si sbocconcella qualcosa.

L'atto creativo
Lei è lì. impasta abile, distende delicatamente la pasta sul piano e con una carezza decisa dona forma e consistenza. La teglia, umida di burro e imbiancata in un soffio di farina, accoglie questa sfoglia che diventa guscio e lei, con altrettanta grazia, lo riempie di marmellata.
Nel forno precedentemente riscaldato, si compie la magia della chimica, che spezzando e formando nuovi legami, sprigiona nuovi e inaspettati profumi.

E il profumo della nascita...
Certo la nascita di una crostata!Ma è comunque la nascita di un qualcosa, risultato di un mescolamento di elementi diversi ma in qualche modo leganti. Cominciò l’altra mia amica a mettere le mani in pasta.
Orgogliosa portava insieme al caffè i suoi primi deformi biscottini.Io li mangiavo ed ero contenta, perché pensavo che fossero nati attraverso le sue mani, che certo nei suoi progetti avevano altra forma, ma la dedizione e l’impegno nel crearli, nell’intagliarli, avevano conferito un sapore diverso da qualsiasi altra biscottino, prodotto e confezionato da una macchina, che mani non ha. Un sapore autentico, unico perché nessuno, neanche lei avrebbe potuto ripetere quella magia. Uova, burro, farina, un goccio di latte e il momento, quel preciso momento in cui mescoli il tutto. Quello è irripetibile....

Da allora decisi di provarci.
Mi iniziai così al piacere di cucinare.Rimase, però, questa costante dell’invenzione, dell’accostamento azzardato, per provare ogni volta il brivido dell’imprevedibile, l’attesa del trillo del timer e il fatidico assaggio.Per ogni persona, certo non per tutte quelle che avei voluto, ho inventato una torta. Bastava cambiare qualche ingrediente, provare ad insaporire con un altro ancora, cercare nel ricordo della persona qualche particolare gusto o combinare una nuova associazione. Sono nate così: torta frutti e gemelle, torta sfoglia Teresa, torta agrumi e luca, torta caffè e cioccolato per michela, torta scagliette per ivano, torta rosa di bignè, torta Elena, torta Emy, mele e cannella per marianna.

Queste ovviamente le meglio riuscite.
E quelle di cui ricordo, ogni volta, il momento.Quel magico momento in cui mi concentro e comincio a mescolare. cercando di unire, in quel momento, chimica e fantasia....Esistono, poi, tutta una serie di ricettine veloci.
Biscottini Azzurra, che non sono una mia invenzione ma il pensiero dolce di questa mia amica che in diverse occasioni, presentandosi con un pacchettino di queste prelibatezze, sapeva rendermi immensamente felice nell’attimo in cui, sorridendo lasciava che io intuissi cosa potesse contenere il grasso fagotto che aveva in mano.

Biscottini di cereali e miele, idea rubata in una di quelle bancarelle in cui brave scolarette chiedono contributi per buone cause.
Tu dici: oh che brave, ma li avete veramente fatti voi?e sei pronta lì a strappare il segreto e già pensi a come puoi arricchirlo...magari qualche scaglietta di cioccolato, una mandorla, uvetta e una spolverata di neve al cocco.

E ogni volta che cerchi di indovinare l’ingrediente segreto.
La carica intuiva cresce e se indovini ti senti troppo cuoca, con in mano già il mestolo d’oro vinto durante qualche sagra troppo godereccia!

Ps:
per Viola, non è che forse ti riconosci nella descrizione dell’inseparabile amica patatine, cioccolatini, biscottini??
Aspetto un tuo contributo...ovvero chiedi a tua nonna come faceva quella meravigliosa crostata con la marmellata che portavate ogni volta che tornavate da Roma.E poi, ovvio, anche le tue ricette!!
Dedicato a Maria, l’amica nuova del giro che divenne colonna portante della cucina del gruppo!!!! A l mio gruppo di amiche e amici, che durante l’idilliaco periodo universitario, sono stati e sono parte della mia famiglia.

Cominciamo....

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