lunedì 12 novembre 2007

Pane: il sigillo universale


Il pane, a cui ho dedicato un lungo intervento sulla panificazione naturale, è il sigillo di antichissimi riti, da quelli matrimoniali, che sanciscono relazioni e patti, a quelli funerei, ritualizzando il passaggio da una dimensione all’altra.

In Sardegna, nelle zone più interne della regione, si usa il pane della sposa. Una mamma del vicinato regala il giorno del matrimonio, in segno di augurio, un pane bianchissimo che viene spizzettato e confezionato come se fosse una piccola statua. Questa piccola statua di pane diventata durissima, anche dopo diversi anni, rimane come segno di resistenza al tempo.

In Campania, invece, l’augurio di fertilità viene espresso preparando dei grossi pani a forma di treccia o di ciambella, con in mezzo un uovo sodo, colorato di rosso. Questo particolare pane viene preparato in genere per le festività pasquali. Ma, la circolarità della vita contadina è scandita da più rituali in cui l’offerta di pane è sentita come propiziatoria di fertilità.
Per le feste della mietitura vengono preparati pani all’antica in segno di ringraziamento del buon raccolto.

In Calabria si usano i mustazzuoli, o mostaccioli, biscotti duri al miele simili al panpepato, modellati in figure storiche o di animali. Sono preparati con farina, miele d’arancio e mosto cotto, vengono poi ecorati con carta stagnola colorata.il nome deriva dal latino mustaceus, ovvero antica focaccia per nozze, cotta la forno sopra delle foglie di lauro.
La tradizione racconta che questi dolci furono portati a Soriano Calabro, il paese in cui vengono tutt’ ora prodotti, da San Domenico che durante una brutale carestia li distribuì alla popolazione affamata. Ancora oggi per la festa di questo Santo vengono offerti questi dolci in ricordo del regalo miracoloso. Non c’è sagra o fiera calabrese senza una bancarella che vende mostaccioli ed altre prelibatezze tradizionali.

Nella foto: i tipici mostaccioli!
A mio avviso, i mostaccioli sono da annoverare tra le prelibatezze calabresi.
Non c'è sagra o festa che si rispetti senza le bancarelle di mostaccioli.
Quando li comprate sono durissimi!
Ma, fidatevi di una calabrese pura, basta toglierli dall'incarto e tenerli per qualche giorno avvolti in uno strofinaccio,
Tornano morbidissimi!

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